Legge antisprechi, importanti agevolazioni per le aziende: cosa bisogna fare per ottenerle

Finalmente la Legge antisprechi offre una piccola risposta al problema imminente della sovrapproduzione di cibo: importanti novità

I dati sono allarmanti. In tutto il mondo un terzo dei beni alimentari prodotti non viene consumato. E nell’UE lo spreco di cibo si attesta intorno a 127 kg pro capite. A sperperarne di più sono le famiglie (55%) seguite dalle catene di approvvigionamento alimentare (45%).

legge antisprechi, tutte le novità
In arrivo nuove agevolazioni per le aziende che regalano eccedenze alimentari (Foto Ansa) – Intaste.it

Tutto questo ci costa ben 143 miliardi di euro all’anno: un vero e proprio schiaffo alla miseria, e un insulto ai 33 milioni di persone che non possono mangiare neppure una volta ogni due giorni.

In questo contesto si colloca la Legge Antisprechi (106/2016), che prevede alcune agevolazioni su IVA, IRES e TARI a favore delle aziende che cedono a titolo gratuito le eccedenze alimentari. L’articolo 1 indica infatti l’obiettivo di ridurre gli sprechi nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di generi alimentari (e non solo) premiando con una serie di agevolazioni fiscali le imprese che decidono di cedere gratuitamente le eccedenze.

La legge antisprechi dalla A alla Z: cosa prevedono i nuovi aiuti

Le eccedenze recuperate sono destinate a iniziative di solidarietà sociale, e gli effetti negativi generati a livello ambientale sono compensati dalla spinta al riciclo e al riuso per allungare la vita dei prodotti stessi.

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A livello mondiale un terzo dei beni alimentari prodotti non viene consumato ( Foto Ansa) – (Intaste.it)

Inoltre, la Legge è volta a contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare e dal Piano prevenzione dei rifiuti. Se si donano a titolo gratuito i prodotti previsti dalla norma, le eccedenze alimentari non pongono alcun effetto fiscale a carico delle imprese.

Per quanto riguarda l’Ires, le cessioni fatte a titolo gratuito, secondo la normativa in vigore, non producono un ricavo imponibile, mentre i costi supportati sono fiscalmente deducibili. Quanto all’Iva, le cessioni a titolo gratuito non scontano l’imposta in quanto sono equiparate all’attività di distribuzione dei prodotti. Un’altra agevolazione fiscale concerne la tassa sui rifiuti: le amministrazioni possono applicare un coefficiente in diminuzione della TARI proporzionale alla quantità di eccedenze invendute destinate alla donazione gratuita.

Nella legge di bilancio 2023 – lo ricordiamo – è stato introdotto il reddito alimentare volto a evitare perdite e sprechi, salvaguardando il potere d’acquisto dei cittadini meno abbienti. La misura incentiva la distribuzione gratuita di pacchi di alimenti e bevande rimasti invenduti, ma ancora assolutamente sicuri da consumare, alle famiglie in difficoltà.