Dimmi come metti le posate e ti dirò chi sei: il linguaggio segreto a tavola

L’etichetta è in continua evoluzione e riesce a unire sia nuove esperienze che vecchi usi. Qualcosa che è utile sapere

Saper stare a tavola è fondamentale nella società odierna. Mettete di essere a una cena di gala o a un pranzo di lavoro. Che figura fareste senza una buona creanza? Ma sapevate che potete comunicare anche con le posate? Ecco come.

Il linguaggio delle posate- Intaste.it
Il linguaggio delle posate- Intaste.it

Quello che vi diremo oggi fa parte della capacità di star bene anche seduti a tavola. Del resto, l’atmosfera conviviale non significa solo ingurgitare cibo. Il galateo racchiude in sé tutte le norme e buone usanze che ogni persona dovrebbe seguire nelle varie situazioni pubbliche, siano esse momenti particolari della vita di ogni individuo (matrimoni, feste o lutti), oppure situazioni più comuni, come cene in un ristorante, incontri con un amico, viaggi e doni.

Spesso pensiamo che non esistano più regole da seguire: l’etichetta è in continua evoluzione e riesce a unire sia nuove esperienze che vecchi usi. Il galateo (che poi potrebbe essere sinonimo di buona educazione) dovrebbe essere adottato per ogni azione del vivere quotidiano, partendo proprio dalla tavola: come mangiare, come utilizzare le posate, cosa fare quando si è ospitati e come intrattenere le conversazioni tra i commensali rientrano tutti in questa categoria.

E se alcune regole del galateo ormai potrebbero considerarsi sorpassate, come il fatto di non poter dire “Buon appetito” prima dei pasti, altre continuano (o, almeno, dovrebbero farlo) a essere fondamentali per l’armonia e il vivere comune. Per esempio, sapete che potete comunicare anche con le posate? Ecco come.

Il linguaggio delle posate

Le posate hanno un vero e proprio linguaggio. E non tutti lo sanno. Si può comunicare tramite la posizione in cui lasciamo le posate dopo il pasto. Certo, in pochi forse saprebbero decifrare, ma in determinate circostanze, può esservi utile conoscere questa nuova “lingua”.

Si può infatti dire ai commensali ed eventualmente a chi ha cucinato (che sia il gestore del locale o il padrone di casa) di aver gradito le pietanze disponendo coltello e forchetta parallelamente in orizzontale sulla parte centrale del piatto. Viceversa, se, invece, ciò che abbiamo mangiato non ci è piaciuto basterà incrociare le punte di coltello e forchetta sul piatto, disponendole “a triangolo” all’interno dello stesso.

Sistemando le posate parallelamente sul piatto, in verticale, si potrà informare il personale di sala che hai finito la cena e non necessiti di altre portate. E senza parlare. Un buon maitre potrebbe capirlo già così senza chiedere oltre.

Il linguaggio delle posate (Instagram) 31.12.2022 intaste
Il linguaggio delle posate (Instagram)

Ovviamente, si può anche comunicare qualcosa che sia un’azione e non necessariamente un parere. Durante il pasto, infatti, può capitare che si voglia una pausa. Del resto, mangiare di corsa non è piacevole. Se si vuole una pausa, basterà disporre le posate a forma di triangolo, ma senza farle incrociare, tenendo le estremità superiori un minimo distanziate. Se vuoi che venga servita la successiva portata basterà invece disporre coltello e forchetta a croce, coltello sotto e forchetta sopra. Tenete a mente queste informazioni.