“Da consumarsi entro o preferibilmente entro”, sai qual è la differenza: tutto sulla scadenza

Per evitare sprechi alimentari, conoscere i significati delle diverse scadenze è fondamentale. Ecco cosa si deve sapere!

Con gli attuali rincari e con la consapevolezza dell’importanza di non sprecare il cibo, stiamo diventando tutti più consapevoli in merito a ciò che mangiamo ma, soprattutto, a ciò che non mangiamo.

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Scadenza, ecco cosa c’è da sapere per evitare sprechi – (intaste.it)

Fare la spesa è un’abitudine che richiede attenzione perché esagerare in un determinato alimento può causare eccedenze, che poi si concretizzano in sprechi: se volete imparare davvero tutto, ecco cosa dovete conoscere in merito alla scadenza dei diversi cibi.

Quando si acquista del cibo fresco, si ha la consapevolezza di doverlo consumare nel giro di pochi giorni: non sono questi i casi peggiori in merito di sprechi. Più frequentemente, invece, succede che si acquistano vaste scorte di alimenti a lunga conservazione come affettati confezionati e, sotto data di scadenza, si va in crisi in merito alla loro salubrità. Ecco quindi cosa si deve sapere, per evitare sprechi e danni.

Data di scadenza: ecco cosa non si deve sbagliare

Se non si ha la possibilità di acquistare il cibo giorno per giorno, ci si deve affidare alla spesa settimanale: mentre la si fa, si deve pensare a come organizzare i pasti, a cosa cucinare e quindi a cosa comprare, secondo le quantità utili in base a quante persone si è in famiglia. Fondamentale è poi guardare la data di scadenza: ecco tutti i segreti.

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Scadenza, ecco cosa non bisogna mai sottovalutare – (intaste.it)

Se sulla confezione del prodotto c’è scritto “data di scadenza” o “da consumarsi entro”, seguiti da una precisa data, significa che quell’alimento va consumato entro quel giorno: in caso contrario, si potrebbero avere rischi per la salute. Se invece il prodotto riporta la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro“, significa che non siamo di fronte a una data di scadenza, ma a un termine minimo di conservazione: in questo caso, quindi, da quella data in poi il prodotto potrebbe subire variazioni nel gusto, nella fragranza o nel profumo, ma rimane (quasi) sempre mangiabile e sano.

A decidere se quel determinato alimento necessita di una data di scadenza o di un termine minimo di conservazione è il produttore o il confezionatore mentre, se l’alimento viene importato, a deciderlo è il primo venditore stabilito nell’Unione Europea. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, però, fornisce molte informazioni in merito e recentemente ha creato due strumenti per gli operatori del settore alimentare, per sostenerli nella decisione tra le due definizioni di scadenza.