Ecco il pane del futuro, creato con gli scarti di altro cibo: come viene preparato

La rivoluzione Green passa anche dal piatto e così diverse aziende stanno studiando di fare il pane con gli scarti.

Nel mondo si spreca troppo cibo, è innegabile. Da qui l’idea di fare il pane con gli scarti di altri alimenti. Vediamo insieme tutti i dettagli.

Pane del futuro con ingredienti di scarto
Il pane del futuro è fatto con gli scarti alimentari – InTaste.it

La rivoluzione Green non riguarderà solo le nostre case, le nostre automobili e i nostri elettrodomestici: anche il cibo che mangiamo cambierà radicalmente. Ha fatto molto discutere la farina di grilli introdotta nei supermercati qualche mese fa. Sta facendo ancora discutere la carne sintetica, prodotta senza la macellazione degli animali ma utilizzando cellule in vitro.

E ora arriva un’altra novità: produrre il pane a partire dagli scarti di altri alimenti. In futuro, dunque, ci nutriremo di scarti? Anche. C’è da dire che lo spreco alimentare va contrastato e poter riutilizzare prodotti ancora buoni non è certamente un male. Ma, come vedremo, questo tipo di innovazione può comportare anche degli svantaggi.

Ecco come sarà il pane del futuro

Il pane è forse l’alimento più consumato al mondo. Sicuramente è il più consumato in Italia da adulti e bambini. Produrlo con gli scarti potrebbe renderlo meno salubre? Vediamo come stanno davvero le cose.

Gli ingredienti del pane del futuro
Ecco come si farà il pane del futuro – InTaste.it

Diverse aziende hanno formato un consorzio che ha dato vita al progetto Provide. Questo progetto ha un obiettivo molto chiaro: sviluppare prodotti da forno innovativi. I ricercatori del progetto Provide stanno lavorando su nuovi ingredienti derivanti dagli scarti della produzione alimentare per creare un nuovo tipo di pane.

Principalmente si sta puntando sugli scarti delle produzioni casearie. Il pane del futuro, dunque, verrà impastato non con acqua ma con latte o yogurt derivanti da eccessi di produzione.

In questo modo si raggiungerà un duplice scopo: evitare sprechi e avere un pane proteico e più nutriente. Senza contare il risparmio di acqua. Tre benefici, dunque. Unico problema: come faranno le persone allergiche o intolleranti al lattosio o i vegani? Non potranno più mangiare pane? Ovviamente no.

Infatti oltre agli scarti dell’industria casearia, il pane verrà prodotto anche con scarti derivanti da altri prodotti come semi oleaginosi e cereali residui dalla fermentazione della birra.

I ricercatori assicurano che, in questo modo, verrà promossa la sostenibilità alimentare sfruttando la circolarità delle produzioni e riducendo gli scarti. In pratica in futuro avremo un pane più nutriente e che, per la sua produzione, impatterà molto meno sull’ambiente. Il tutto senza l’utilizzo di tecnologie strane o di processi chimici poco graditi ai consumatori un po’ più tradizionalisti.

Nel frattempo l’Unione europea sta lavorando sulla modifica delle etichette dei cibi: in particolare verrà modificata la dicitura che indica la scadenza. Non tutti i cibi possono essere consumati dopo la data di scadenza ma molti – come i legumi, i cereali, i biscotti, le marmellate e le salse- sicuramente sì e, invece, spesso finiscono nella spazzatura.