Questa pasta porta sfortuna a chi fa questo mestiere, il rischio è davvero grosso

Può un formato di pasta e una ricetta portare sfortuna a chi la mangia se fa un determinato mestiere? Ecco il mistero. 

Il grande universo di tutto ciò che riguarda il cibo è spesso legato alle tradizioni e alla storia del nostro Paese. Molti formati di pasta, molti condimenti e modi di dire legati al cibo sono frutto proprio della Storia, quella con la S maiuscola, in cui l’Italia ha avuto sempre un ruolo. Molto famosa è per esempio la storia di come sia nata la cosiddetta pizza margherita, creata proprio in occasione di una principessa in visita.

la ricetta della pasta senza uova che porta sfortuna
Sei pronto a preparare la pasta che porta sfortuna? – intaste.it

Ma ci sono altre storie che riguardano sempre impasti a base di acqua e farina che risalgono al passato post rinascimentale di una zona molto specifica dello Stivale, da cui è nata non solo una ricetta gustosa ma anche un nuovo formato di pasta che ora è apprezzato anche se la preparazione originale è stata condita da un bel po’ di sfortuna.

Se ti sei mai chiesto che cosa ci sia dietro il nome dato agli strozzapreti, un formato tipico della Romagna, ecco svelato il mistero e perché questa pasta corta leggermente attorcigliata porta con sé questo nome che sembra così violento.

Pasta porta sfortuna, perché gli strozzapreti si chiamano così

In qualunque menù si trovano spesso gli strozzapreti e tanti sono in grado di descrivere questo formato di pasta fresca realizzato semplicemente mescolando acqua, farina e un pizzico di sale. Si tratta di un formato di pasta corto e attorcigliato che ricorda altri formati di pasta fresca ma non presenta le uova. E secondo la tradizione è proprio la mancanza delle uova ad aver dato origine agli strozzapreti, la pasta che porta sfortuna.

come si fanno gli strozzapreti
La ricetta originale degli strozzapreti? Acqua farina e tante maledizioni! – intaste.it

La leggenda vuole infatti che quando la Romagna faceva ancora parte dello Stato Pontificio, i preti locali sì permettessero di andare nelle fattorie e fare incetta di uova per potersi poi far preparare la pasta fresca. I contadini e le contadine, che non potevano ribellarsi a questi soprusi, si ritrovavano quindi a dover ammassare l’impasto della pasta per il pranzo senza questo ingrediente fondamentale.

Dovendo creare una pasta fresca con sola acqua e farina, le contadine romagnole davano quindi vita a questi piccoli lombrichi pasciuti e mentre la preparavano si dice che maledicessero i preti che si erano portati via le uova e da qui verrebbe il nome strozzapreti.

E in effetti la ricetta degli strozzapreti è composta solo da farina e acqua con una proporzione di due a uno: per ogni 200 g di farina occorrono 100 ml di acqua tiepida. Essendo una ricetta per una pasta in cui non sono presenti le uova potrebbe risultare leggermente appiccicosa alle mani.

Ed è per questo che è importante far riposare il panetto di impasto prima di procedere alla creazione della sfoglia da cui tagliare le striscioline da arrotolare. Per quanto riguarda il condimento c’è libertà totale.